Il Tribunale di Genova, con sentenza n. 3650/2016, ha stabilito che la madre che lascia incustodito, anche per poco tempo, il figlio piccolo commette reato di abbandono di minore, in quanto in tal modo viene meno ai doveri di sorveglianza e cura creando una situazione di potenziale pericolo per il minore.

Nella fattispecie, la mamma di un bimbo di nove mesi si era allontanata dalla stanza in cui alloggiava quale ospite – all’interno di una struttura assistenziale – lasciando il figlioletto da solo.

Quest’ultimo veniva trovato da una inserviente della struttura dopo qualche ora, urlante con la testa incastrata tra le sbarre del letto, collocato molto vicino ad una finestra aperta, nonchè sporco dei propri bisogni in quanto non veniva cambiato da tanto tempo.

La donna ha tentato di difendersi sostenendo di aver lasciato il figlio in compagnia di una parente, peraltro non specificata.

Secondo il Tribunale il reato di cui all’art. 591 c.p. si è realizzato sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo.

In relazione al primo aspetto, il Tribunale afferma che “la giurisprudenza è costante nell’affermare che l’elemento oggettivo del reato di abbandono di persone minori o incapaci di cui all’art. 591 cod. pen., è integrato da qualsiasi condotta, attiva od omissiva, contrastante con il dovere giuridico di cura (o di custodia), gravante sul soggetto agente, da cui derivi uno stato di pericolo, anche meramente potenziale, per la vita o l’incolumità del soggetto passivo”.

Circa il profilo soggettivo è evidenziato in sentenza che “il dolo del delitto di cui all’art. 591 c.p. è generico e consiste nella coscienza di abbandonare a sé stesso il soggetto passivo, che non abbia la capacità di provvedere alle proprie esigenze, in una situazione di pericolo per la sua integrità fisica di cui si abbia l’esatta percezione, senza che occorra la sussistenza di un particolare malanimo da parte del reo“.