Comportamenti “social” e separazione

Si segnala la sentenza n. 1100/2016 del Tribunale di Prato con la quale è stata addebitata la separazione alla moglie che, su un social network, aveva manifestato comportamenti “disinibiti e per nulla sofferenti“.

 

A fondare la domanda di addebito da parte del marito vi sono vari motivi: il fatto che la signora avesse effettuato prelievi di danaro dal conto corrente comune per asserite esigenze familiari, l’essere stata indagata per furto di corrispondenza dei vicini, l’avere abbandonato la casa familiare.

 

Oltre a ciò hanno assunto rilevanza i c.d. comportamenti “social” assunti dalla donna: in particolare la pubblicazione su facebook di foto sue e della figlia minorenne in discoteca con atteggiamenti ed abbigliamento inadeguato per entrambe, nonché l’avere effettuato commenti ambigui e allusivi sotto il profilo di FB di un vero o presunto amante.

 

Al di là della questione di buon gusto, i giudici hanno ritenuto che la signora non si presentava come una moglie vessata e sofferente, ma come una donna libera e molto disinibita.

 

Avuto dunque riguardo a tutto quanto sopra il Tribunale ha ritenuto provata la domanda di addebito per avere la signora infranto il legame di fiducia con il marito, per il comportamento personale, per l’esempio alla figlia, per essersi appropriata di denaro familiare e per avere tenuto le altre condotte citate.

 

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