Convivenza e destino degli arredi

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 4685/2017, ha confermato la sentenza di condanna nei confronti di una donna a restituire all’ex convivente more uxorio alcuni arredi ed oggetti personali, tranne quelli connessi alle necessità dei figli.

Nel secondo grado di giudizio, all’esito dell’istruttoria, era stata, infatti, accertata la proprietà dei beni in capo all’uomo.

Per evitare la restituzione, la donna aveva tentato di difendersi fondando la sua richiesta sulla presunta violazione delle norme in tema di comunione dei beni.

La Suprema Corte ha, però, ritenuto che “la convivenza more uxorio determina infatti, sulla casa di abitazione ove si svolge e si attua il programma di vita in comune, un potere di fatto basato su di un interesse proprio del convivente, che assume i connotati tipici di una detenzione qualificata“.

La pronuncia è stata confermata in sede di legittimità: i beni vanno dunque restituiti salvo quelli connessi alle necessità dei figli.

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